Monday, April 18, 2011

GreenBkk.com Ferrari F1 | Returning home with plenty of desire for redemption

Returning home with plenty of desire for redemption

Shanghai, 18 April – Today one of the longest journeys of the year came to an end. After the trio of Australia, Malaysia and China, the team left Shanghai this afternoon en route for Maranello. For many mechanics it means a return home after a month away, given that many of them had left on about March 20 for Melbourne, the venue for the year’s first race.

No one at Ferrari is happy with how things have gone in the first three races of this championship. Fifty points are certainly not the haul that was expected and hoped for before the season. But it’s wrong to be saying that everything needs to be completely overhauled. It’s true that the gap to the Red Bulls in qualifying is too big but it’s also true that in the race the situation is different and much closer, as we saw yesterday in Shanghai. Furthermore, as President Montezemolo declared to our site, it needs a quick reaction in order to be more competitive by the Turkish Grand Prix on May 8.

The mechanic who was struck down by an aneurism last Thursday, Paolo Santarsiero, has clearly remained in Shanghai to recover at the Rui Jin hospital. His state of health is progressing in a positive manner and he was joined by his wife yesterday. Today Santarsiero received visits from his colleagues and then from Amedeo Felisa, the Managing Director of Ferrari. He is in Shanghai visiting the Salone dell’Auto, which has a press day tomorrow that will also be attended by Felipe Massa.

A deep analysis of the first three grands prix shows that the much-reviled 150° Italia battled for the podium both in Malaysia and China. In particular, the Shanghai race saw the gap to the front-runners reduce by practically 50 percent. Felipe took the flag 15 seconds behind winner Hamilton and eight seconds behind third-placed Webber at the end of a race that had no anomalies such as retirements (23 cars made it to the finish out of 24 starters). People will point out that the Brazilian still finished sixth, beaten by two McLarens, two Red Bulls and one Mercedes, but that again shows how the cars are much more evenly matched on Sunday than Saturday. Yesterday afternoon there was just one partnership that was head and shoulders above the others in terms of pure performance: that of Mark Webber and his Red Bull, who started 18th and ended up on the third step of the podium. But it should be underlined how, despite the extraordinary performance of the Australian, the fact remains that he had all three sets of brand new soft tyres available for qualifying and the race.

After the race plenty of strategies were debated, with praise for those who chose three stops and mockery for those who chose two stops, among them the two Ferrari drivers. In the heat of the moment, Felipe was not completely convinced about the choce made together with the pit wall. It’s easy to understand the frustration of the Brazilian driver who fought alongside McLaren, Red Bull and Mercedes for most of the race and was still in third place eight laps from the end, only to see himself overtaken by three cars in the final moments. By yesterday evening, having further analysed the detail of the situation, even Felipe agreed how, for Ferrari, the difference between the two strategies would not have been huge in terms of finishing positions. It’s logical that it should be like that: when there are such small gaps you don’t need much – tyres that last a couple of laps more, a passing move here or there at a critical moment – to change the outcome of a race. This year’s Formula 1 is much more unpredictable, you just have to think about the different performance of the same type of tyres on two identical cars or between one race and another.

All these considerations are valid but no one wants to use them as a scapegoat to hide the fact that a quicker car is still needed. At Maranello everyone knows that and they will do the maximum to give Fernando and Felipe a 150° Italia that can fight for victory as soon as possible.


Si torna a casa con tanta voglia di riscatto

Shanghai, 18 aprile – Si è conclusa oggi una delle trasferte più lunghe dell’anno. Dopo il trittico Australia-Malesia-Cina, la squadra è ripartita questo pomeriggio da Shanghai alla volta di Maranello. Per tanti meccanici è un ritorno a casa dopo un mese di assenza, visto che molti di loro erano partiti intorno al 20 marzo per Melbourne, dove si svolgeva la prima gara della stagione.

Nessuno alla Ferrari è contento di come siano andate le cose nelle prime tre gare di questo campionato: cinquanta punti non sono certo il bottino che ci si attendeva e si sperava alla vigilia ma da qui a dire che tutto è sbagliato, tutto è da rifare ce ne corre. E’ vero che il divario in qualifica dalla Red Bull è molto, troppo ampio, ma è altrettanto vero che, in gara, la situazione è diversa ed è molto più equilibrata, come si è visto ieri pomeriggio a Shanghai. Peraltro, come ha dichiarato al nostro sito il Presidente Montezemolo, ci vuole una reazione, in tempi brevi, in modo da essere più competitivi già a partire dal Gran Premio della Turchia dell’8 maggio prossimo.

A Shanghai è rimasto ovviamente Paolo Santarsiero, il meccanico cambista colpito da un aneurisma giovedì scorso, ricoverato all’ospedale Rui Jin. L’evoluzione del suo stato di salute procede in maniera positiva e oggi Santarsiero, che ieri è stato raggiunto dalla moglie, ha prima ricevuto la visita di alcuni dei suoi colleghi e poi quella di Amedeo Felisa, l’Amministratore Delegato della Ferrari, a Shanghai per il Salone dell’Auto che si apre domani mattina con la giornata stampa, cui parteciperà anche Felipe Massa.

Un’analisi approfondita dell’andamento dei primi tre Gran Premi dimostra come la tanto vituperata 150° Italia sia stata in lotta per il podio sia in Malesia che in Cina. In particolare la gara di Shanghai ha visto il distacco dal primo ridursi praticamente della metà, con Felipe che è arrivato a 15” dal vincitore Hamilton e a 8” dal terzo classificato, Webber, al termine di una corsa priva di anomalie, come neutralizzazioni o ritiri (23 macchine al traguardo sulle 24 partite). Si dirà che il brasiliano è comunque arrivato sesto, sopravanzato da due McLaren, due Red Bull e una Mercedes, ma ciò dimostra una volta di più quanto i rapporti di forza siano molto più ravvicinati la domenica rispetto al sabato. Ieri pomeriggio c’è stato un solo binomio che si è elevato di una spanna sopra gli altri in termini di pura prestazione, quello formato da Mark Webber e dalla sua Red Bull che, partito 18esimo, è salito sul terzo gradino del podio: peraltro, va sottolineato come, oltre alla straordinaria prestazione dell’australiano, abbia avuto un ruolo importante il fatto di poter disporre di tutti e tre i set di gomme nuove previsti per qualifica e gara.

Nel dopocorsa si è dibattuto tanto di strategie, con esaltazione di chi aveva scelto le tre soste e bocciatura di chi, fra cui il duo ferrarista, aveva optato per le due fermate ai box. A caldo, Felipe non si era detto convintissimo della scelta compiuta insieme al muretto di Maranello: si può capire la frustrazione del pilota brasiliano che, dopo aver lottato alla pari con McLaren, Red Bull e Mercedes per buona parte della corsa ed essersi ritrovato ancora al terzo posto a otto giri dalla fine, si sia visto superato da tre vetture nelle ultime battute. Già ieri sera, dopo aver analizzato più nel dettaglio la situazione, anche Felipe ha convenuto come, per quanto riguarda la Ferrari, la differenza in termini di posizioni nell’ordine d’arrivo fra le due strategie non sarebbe stata molta. Del resto è logico che sia così: quando ci sono distacchi così limitati basta poco – le gomme che durano un paio di giri in più, un doppiaggio più o meno agevole in un momento critico - per cambiare la prospettiva di una gara. La Formula 1 di quest’anno è molto più imprevedibile, basti pensare al diverso rendimento dello stesso tipo di gomme su due macchine identiche o fra una gara e l’altra.

Tutte queste considerazioni sono valide ma nessuno vuole usarle come alibi per nascondere il fatto che ci sia bisogno di una macchina più veloce. A Maranello ne sono tutti consapevoli e faranno il massimo per dare al più presto a Fernando e a Felipe una 150° Italia in grado di lottare per la vittoria.

Credit: Ferrari S.p.A. (www.ferrari.com)

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