I numeri di una crescita
Maranello, 25 luglio – Con i se e con i ma non si fa la storia, né quella con la esse maiuscola né quella di un campionato del mondo di Formula 1. E’ vero però che se si analizza l’andamento delle prime dieci gare della stagione 2011 e si suddivide il cammino a metà il dato che emerge è la crescita della Scuderia Ferrari, l’unica fra i top team ad aver progredito. A dirlo sono le cifre.
Al termine del Gran Premio di Spagna la Red Bull aveva messo insieme 185 punti, più del doppio della squadra di Maranello (75) mentre anche la McLaren (138) era in ritardo. Da Monte Carlo al Nürburgring il rendimento del team austroinglese ha accusato una leggera flessione (-15 punti) mentre la Scuderia ne ha guadagnati 42, con la McLaren in calo più marcato (-33). Se si prende in considerazione il rendimento dei singoli piloti si nota come Alonso sia il pilota che ha aumentato maggiormente il suo rendimento (+28 punti), seguito da Massa (+14) e da Webber (+5) mentre c’è un bilancio negativo sia per Vettel (-20) che per il duo McLaren (Hamilton -20, Button -13).
Se il Mondiale 2011 fosse cominciato sulle stradine del Principato la classifica vedrebbe ancora in testa Vettel (98 punti) ma sarebbe sicuramente ancora molto aperto: Fernando sarebbe secondo a 19 lunghezze, con Webber terzo con 72 punti e Hamilton quarto con 57. Purtroppo non è andata così e dobbiamo prenderne atto: partire con l’handicap si trasforma subito in una zavorra pesante e le “remuntade” non sono sempre possibili, soprattutto se non c’è un “aiutino” dagli avversari. Nello sport però tutto può succedere: l’importante è proseguire su questo trend, tenendo sempre a mente che gli altri non dormono di certo e che hanno tutte le capacità per ribaltare la tendenza. Piedi ben saldi per terra quindi ma anche la possibilità di guardare con un pizzico di soddisfazione al fatto che i tanti sforzi profusi hanno pagato e di avere tutti i presupposti affinché, come ha detto Domenicali, “nella seconda parte dell’anno si possa sperare di divertirci un po’.”
Credit: Ferrari S.p.A. (www.ferrari.com)
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