Monday, November 07, 2011

GreenBkk.com Ferrari | Montezemolo: “Formula 1 has to change”

Montezemolo: “Formula 1 has to change”

Mugello, 6 November – “Formula 1 is still our life, but without Ferrari there is no Formula 1, just as without Formula 1 Ferrari would be different,” said Luca di Montezemolo being crystal clear when discussing the future of the blue riband of motorsport, while stressing concepts put forward many times already, when deemed appropriate. “We can be very patient but there are precise conditions for us to continue with our work. We race not just for the publicity it brings us but above all to carry out advanced research aimed at all aspects of our road cars: engine, chassis, mechanical components, electronics, materials and aerodynamics, to such an extent that the technology transfer from track to road has grown exponentially over the past twenty years.

“What is not so good is that 90% of performance is now based exclusively on aerodynamics and another negative is that ours is the only sport where no testing is allowed. We are building cars, not helicopters, rockets or planes. Sure, we must not go back to the excesses of a few years ago, but neither should we be in a position where we can’t provide opportunities for the youngsters we are bringing on in the Ferrari Driver Academy.

Finally, there’s the issue of the third car, which mark my words, we support not so much for our own interests but more for those of the sport in general. We believe the interest of the fans, media and sponsors could increase if there is a bigger number of competitive cars on track rather than cars that are two or three seconds off the pace, being lapped after just a few laps. As an example, remember in 1961 Giancarlo Baghetti won the French Grand Prix at Reims with a privately entered Ferrari: there you are, it would be nice one day in the future to see one of our cars running in American colours, or Chinese, or maybe those of Abu Dhabi.”

Montezemolo’s conclusions are very clear: “We will support our views as we see fit, in the best way possible, but let’s be clear, for those who agree, that is fine, but otherwise they will just have to accept it is our position. If Formula 1 still wants Ferrari it must change and go back to being at the cutting edge of research, while always keeping an eye on costs. We are not in Formula 1 as sponsors, we are constructors.”



Montezemolo: “La Formula 1 deve cambiare”

Mugello, 6 novembre – “La Formula 1 rimane la nostra vita ma senza Ferrari non c’è al Formula 1 così come senza Formula 1 la Ferrari sarebbe diversa”: Luca di Montezemolo è stato lapidario nell’affrontare l’argomento del futuro della massima competizione automobilistica, ribadendo peraltro concetti già espressi molte volte, anche nelle istanze più appropriate.
“Abbiamo tanta pazienza ma ci sono delle condizioni precise per proseguire nel nostro impegno” – ha detto il Presidente – “Corriamo non soltanto per farci pubblicità ma soprattutto per fare ricerca avanzata per le nostre vetture stradali, su tutti gli aspetti: motori, telai, meccanica, elettronica, materiali e aerodinamica, tanto è vero che il trasferimento di tecnologia dalla pista alla strada è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi vent’anni. Quello che non ci sta più bene è che il 90% della competitività sia basato esclusivamente sull’aerodinamica o che il nostro sia l’unico sport in cui siano proibiti i test. Costruiamo macchine, non elicotteri o razzi o aerei. Certo, non dobbiamo tornare agli eccessi di qualche anno fa ma non possiamo nemmeno ritrovarci nella condizione di non poter dare sbocco ad esempio ai giovani che stiamo facendo crescere nella Ferrari Driver Academy. In ultimo, c’è il tema della terza macchina che, badate bene, non lo sosteniamo tanto per il nostro interesse quanto per quello dello sport in generale. Siamo convinti che l’attenzione di tifosi, media e sponsor possa aumentare se in pista c’è un numero più ampio di vetture competitive e non macchine più lente di due o tre secondi al giro che vengono doppiate dopo poche tornate. Come esempio, ricordo che, nel 1961, Giancarlo Baghetti vinse il Gran Premio di Francia a Reims con una Ferrari messagli a disposizione da un privato: ecco, sarebbe bello vedere in futuro una nostra macchina correre con i colori americani, cinesi o, magari di Abu Dhabi.”

Le conclusioni di Montezemolo sono molto nette: “Sosterremo le nostre ragioni nelle sedi e nei modi più opportuni ma saremo molto chiari e a chi sta bene bene altrimenti se ne faranno una ragione. Se vorranno ancora la Ferrari, la Formula 1 deve cambiare e tornare ad essere ricerca avanzata, sempre con una necessaria attenzione ai costi. Noi non siamo in Formula 1 come degli sponsor ma come costruttori.”

Credit: Ferrari S.p.A. (www.ferrari.com)

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