Chinese GP - Domenicali: “It is vital for us to react immediately”
The first long-haul stint on the F1 calendar concludes this coming Sunday with the eighth running of the Chinese Grand Prix at the vast and modern Shanghai International Circuit. After this, the teams will return to their European bases and have the first real opportunity to assess what has happened so far over three races, given that there will then be a three week break until the team trucks and motorhomes make their seasonal debut in Istanbul. However, development work continues virtually 24-7 and after two less than satisfactory performances in Australia and Malaysia for Scuderia Ferrari Marlboro, its team principal, Stefano Domenicali, technical director Aldo Costa and his deputy Pat Fry, chose to return to Maranello as soon as the sound of the engines had died in Sepang in order to be involved first hand in speeding up the development process of the 150º Italia.
The difficulties the team face with this year’s car might sound familiar to anyone who followed the Prancing Horse in 2010: a good race pace on Sunday, but difficulties one day before in qualifying. However, to keep a sense of perspective, there have only been two races run so far and, if one removes the clearly faultless Vettel from the equation - the reigning world champion absolutely on top form at the moment - then the Scuderia’s performance looks more respectable. While the word “if” should maybe not be used in sport, it is also true that if Felipe Massa had not had a problem at his first pit stop in Malaysia and if Fernando’s failed rear wing had not forced him into an error that led to him having to pit for a new nose, then both Maranello men could legitimately claim to be heading for the podium.
“The main problem we need to deal with is our performance the day before the race in qualifying which is not at the same level as the teams that are currently best,” said Domenicali. “It is vital for us to react immediately, because we have seen how rapidly things can change in Formula 1. In terms of strategy we can say our race in Sepang was a good one, because our choices proved to be the right ones and the fact we were unable to bring home more points was down to other causes. So strategy and race performance are two positive factors.” Domenicali was also happy with his two drivers: “Felipe drove to a very high standard, showing a return to form and Fernando was very aggressive, which is always good for a driver” he said.
“Back at the factory we have to have a big push to understand our lack of performance,” said the team principal. “We need to push a lot to upgrade our aero package because aerodynamics is the key to it all. We will try and bring as quickly as possible the upgrades, maybe already in China, that we require. We need to understand as soon as possible why the performance on track has not matched the figures coming out of the wind tunnel. If we have not a clear picture, then we need to change the direction of the work we are doing in terms of development. The other important factor is to keep on increasing our understanding of how to use the tyres, because we saw in Malaysia that this is another area that makes a difference. As for KERS, I cannot talk about it in general, but certainly for us it is a useful aid in terms of boosting car performance. Then, when it comes to the race, it can be used either to attack another driver or to defend your own position. Therefore it is an interesting addition to the sport.”
In Melbourne, mainly due to colder conditions than expected, the predicted high number of pit stops did not materialise, but they did in Malaysia, with a total of 59 visits recorded down pit lane, although this includes some drivers pitting with mechanical problems or to take a penalty. Therefore, Domenicali feels that apart from the technical package, team work is another area that needs analysing and improving. “The trend for more tyre changes means our pit stop crew guys are always under pressure, so the chance of making mistakes is higher. If Formula 1 has always been a case of having a package made up of the driver and the team, then that is even more the case now requiring a different approach to the races.”
Scuderia Ferrari Marlboro can look to this weekend knowing it is on familiar terms with the Shanghai podium, having won three of the seven races held here: in 2004 with Rubens Barrichello, two years later thanks to Michael Schumacher and in 2007 with Kimi Raikkonen. Of our current drivers, Fernando won in 2005 and Felipe’s best results have been a second and a third place. The country is also commercially significant for the Prancing Horse: “China is an ever more important country for Ferrari, because the market here continues to grow, as does the appreciation of our products,” commented Domenicali. “It is a strategically very important market for us, growing at an incredible rate. All these reasons make this an important event for us this weekend.”
GP della Cina - Domenicali: “Dobbiamo reagire immediatamente”
La prima tranche di gare della stagione si concluderà la prossima domenica a Shanghai, dove si svolgerà l’ottava edizione del Gran Premio della Cina. Dopo questa tappa, le squadre torneranno in Europa e ci sarà una pausa di due settimane prima del debutto dei motorhome nel Gran Premio di Turchia a Istanbul. Nel frattempo, il lavoro di sviluppo della 150 ° Italia procede praticamente H24 dopo due gare decisamente non soddisfacenti per la Scuderia Ferrari Marlboro come quelle di Melbourne e Sepang. Non è un caso che il Team Principal Stefano Domenicali, il Direttore Tecnico Aldo Costa e il suo vice Pat Fry siano partiti già domenica sera alla volta di Maranello per seguire passo dopo passo tutte le attività in corso.
Le difficoltà incontrate finora possono ricordare in parte quelle dello scorso anno, vale a dire un diverso livello di prestazione fra la qualifica e la gara dove, se si fa eccezione per Vettel, la Scuderia sembra potersela giocare con tutti gli altri. Sebbene con i “se” e i “ma” non si vada da nessuna parte, è anche vero che se Massa non avesse avuto un problema al primo pit-stop e se il DRS di Alonso avesse sempre funzionato, entrambi i piloti avrebbero potuto ambire ad un posto sul podio.
“Dobbiamo capire perché in qualifica la nostra prestazione non è all’altezza dei migliori” – ha detto Domenicali – “E’ vitale reagire immediatamente perché sappiamo come le cose possano mutare velocemente in Formula 1. Da un punto di vista strategico, la nostra gara a Sepang è stata positiva: le scelte fatte si sono dimostrate corrette e il bottino di punti inferiore al potenziale è stato determinato da altri problemi. Strategia e ritmo di gara sono in questo momento due voci in attivo.” Anche il giudizio sui piloti è positivo: “Felipe ha guidato ad alto livello, dimostrando di essere tornato in forma, e Fernando è stato sempre all’attacco, il che è sempre buono per un pilota” – ha spiegato il Team Principal della Scuderia – “In fabbrica dobbiamo dare un’accelerazione per capire le ragioni della nostra mancanza di prestazione. Dobbiamo lavorare tanto per anticipare gli sviluppi, in particolare sull’aerodinamica, che resta il fattore chiave. Cercheremo di avere qualcosa già in Cina ma siamo consapevoli che dobbiamo capire perché i dati della galleria del vento non corrispondono a quelli che abbiamo visto in pista. Se non avremo un’idea chiara, allora dovremo dare una sterzata allo sviluppo della macchina. L’altro fattore importante è continuare a capire come si comportano le gomme per cercare di usarle nella maniera migliore perché in Malesia abbiamo visto che usare gli pneumatici nel modo giusto fa la differenza. Per quanto riguarda il KERS per noi è uno strumento utile per la prestazione. In gara, può essere utilizzato sia come arma difensiva che offensiva: sicuramente è un elemento che rende il nostro sport ancora più interessante.”
A Melbourne, soprattutto per le temperature più fredde del previsto, l’attesa crescita dei pit-stop non si è concretizzata, come invece è accaduto in Malesia, dove ci sono state 59 soste ai box, comprese peraltro quelle dovute a problemi meccanici o penalità. Si capisce così come il lavoro della squadra sia un fattore molto importante per il risultato finale di una gara, come sottolinea Domenicali: “La tendenza ad avere più pit-stop significa che i ragazzi che devono fare tutte le operazioni sono sempre sotto pressione e, conseguentemente, la possibilità di commettere errori è più elevata. Mai come quest’anno è importante che tutto il pacchetto – pilota, squadra, vettura - funzioni al meglio, anche in un frangente come il pit-stop.”
I piloti della Scuderia Ferrari Marlboro hanno frequentato spesso il podio di Shanghai. Tre volte una Ferrari ha vinto la gara: nel 2004 con Rubens Barrichello, nel 2006 con Michael Schumacher e nel 2007 con Kimi Raikkonen. Degli attuali piloti, Fernando ha vinto nel 2005 mentre Felipe ha all’attivo un secondo ed un terzo posto. La Cina è un Paese molto importante per il Cavallino Rampante: “La nostra presenza su questo mercato continua a crescere, così come l’apprezzamento dei clienti per le nostre macchine” – ha aggiunto Domenicali –“una ragione in più per far bene in questo fine settimana.”
Credit: Ferrari S.p.A. (www.ferrari.com)
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