Una notte non cancella l’amarezza. Domenicali: “La ruota girerà, prima o poi”
Montreal, 13 giugno – Non può certo bastare una notte per attenuare l’amarezza che provano ancora gli uomini e le donne della Scuderia – da quelli che sono ancora a Montreal a quelli in fabbrica, senza dimenticare chi la notte l’ha passata volando sopra l’Oceano Atlantico – all’indomani di un Gran Premio del Canada tanto caotico quanto sfortunato. Anzi, ripensare a mente fredda a tutti gli episodi che hanno caratterizzato questa lunghissima domenica all’isola di Notre Dame acuisce ancora di più il rammarico per quello che poteva essere e, alla fine, non è stato.
Cerchiamo di analizzare in maniera puntuale l’andamento della giornata. Da qualche giorno si sapeva che domenica sarebbe stata la giornata peggiore dal punto di vista meteorologico e così è stato. Purtroppo, la prima gara sul bagnato dell’anno è arrivata proprio quando meno serviva alla Scuderia, che aveva non soltanto piazzato entrambe le 150° Italia nelle prime due file al termine della migliore qualifica dall’inizio del campionato ma aveva dimostrato una competitività tale da pensare ragionevolmente di lottare per la vittoria. Peccato che la realtà sia stata mai come stavolta diversa dalle previsioni, basti pensare all’incredibile serie di messaggi che si sono rincorsi sullo schermo durante le oltre due ore di interruzione della gara: una volta si dava la pioggia in netta diminuzione entro cinque minuti e poi diluviava, un’altra si minacciava l’arrivo di un nuovo temporale che poi, miracolosamente, spariva o deviava la sua rotta. Intendiamoci, nessuna accusa a Meteo France, sarebbe un titolo troppo facile da usare per chi volesse strumentalizzare la vicenda: basta però ricordarsi che si chiamano previsioni non certezze meteorologiche. Ciò va tenuto presente per analizzare in maniera precisa il perché di certe scelte compiute dal muretto, soprattutto durante la prima parte di gara. Sin dai giri di schieramento, i nostri due piloti avevano sensazioni diverse fra loro rispetto alle gomme da utilizzare: Felipe si trovava meglio con quelle da bagnato estremo, Fernando sentiva di poter avere maggior prestazione con le intermedie. Poi è arrivata la decisione della FIA di partire dietro safety-car, quindi con gli pneumatici “extreme wet”, che ha tagliato la testa al toro. La differenza di prestazioni si è vista subito nei primi giri non neutralizzati, con Vettel che ha cominciato a prendere il largo, Fernando che faticava un po’ mentre Felipe gli si manteneva agevolmente vicino mentre alle loro spalle si creava subito un vuoto. La stessa situazione si ripeteva anche alla seconda ripartenza, quando però c’era già la conferma che le intermedie cominciassero ad essere più performanti: Button, che aveva subito optato per questa scelta visto che era stato costretto al rientro ai box dopo la collisione con il suo compagno di squadra, era velocissimo, tanto da girare nell’unico giro completo con pista libera più di un secondo più veloce di Vettel e due più veloce di Fernando. Cosa prevedeva Meteo France in quel momento? Pioggia in avvicinamento ma non pesante e non per tanto tempo. Allora diversi dei piloti del primo gruppo – Fernando e le due Mercedes – sceglievano di rientrare ai box per cambiare pneumatici. Lo spagnolo era subito velocissimo: superava le due Renault e si avvicinava rapidamente a Webber. Purtroppo però la pioggia non soltanto arrivava subito ma si presentava sotto forma di diluvio, tanto che sia chi era sulle intermedie ma anche chi aveva ancora le “extreme”, come Felipe, si vedeva costretto a rientrare ai box per una nuova sostituzione di pneumatici. Chi invece rimaneva in pista riceveva un inaspettato dono dalla sorte nelle vesti della bandiera rossa: gara interrotta e possibilità di fare il pit-stop senza pagare il dazio del tempo perso in pit-lane.
Dopo la lunga sosta la gara ripartiva, ancora dietro la safety-car: tutto azzerato e ancora intatte le chance di giocarsi le proprie carte. Alla ripartenza dopo poco si passava alle gomme intermedie, con i due ferraristi che si fermavano uno dopo l’altro. Fernando rientrava davanti a Button che provava un attacco: le due vetture venivano a contatto – con l’inglese che urtava con l’anteriore sinistra la ruota posteriore destra della Ferrari, una dinamica che dovrebbe chiarire chi fosse davanti in quel momento – e lo spagnolo andava in testacoda finendo in bilico su un cordolo, senza possibilità di riprendere la pista. Si rendeva necessaria una nuova safety-car che, peraltro, finiva per agevolare la strada del futuro vincitore della corsa: Button, che doveva rientrare ai box, non pagava un prezzo alto in termini di tempo proprio a causa della collisione da lui determinata (gli Steward a fine gara lo dichiareranno un incidente di gara).
Siamo quindi alla prima Ferrari fuori gara. A togliere dalla lotta per le prime posizioni la seconda ci penserà un doppiato, Karthikeyan, che, non pago di essere rimasto sulla parte asciutta della pista, accelerava quando Felipe, che aveva appena montato le gomme Supersoft, gli si affiancava per superarlo: il risultato era che il brasiliano, fino a quel momento autore di un’ottima gara, perdeva il controllo della vettura e finiva contro il muro. Dopo la sosta ai box per la sostituzione del musetto, Felipe si rendeva protagonista di una bella rimonta conclusa con il sorpasso sul filo di lana su Kobayashi che gli valeva il sesto posto. Una manciata di secondi prima, Button, autore di sei passaggi in pit-lane, aveva tagliato il traguardo da vincitore.
“Se penso che ieri potevamo davvero arrivare alla prima vittoria dell’anno allora mi sale ancora dentro un senso di rabbia” – ha detto Stefano Domenicali a www.ferrari.com al suo ritorno in ufficio a Maranello – “Avevamo preparato nella maniera migliore questo appuntamento e tutto è sfumato per un’incredibile serie di circostanze avverse. Se poi guardo a tutto lo svolgimento della gara mi viene anche un po’ da sorridere: il vincitore – cui vanno le mie doverose congratulazioni, perché non bisogna mai perdere il rispetto per gli avversari – ha fatto forse il record di pit-stop, è stato sempre dietro le nostre macchine finché queste sono rimaste in pista integre. In più, a dimostrazione ulteriore di quanto sia difficile leggere con attenzione dall’esterno lo svolgimento di una corsa, ha fatto scelte strategiche simili, le stesse per cui noi oggi veniamo criticati con una severità che riteniamo eccessiva. E’ vero, il risultato finale orienta i giudizi: è una legge dello sport e dobbiamo accettarla ma ciò non significa che sia obbligatorio condividerla.”
La delusione del lunedì mattina non deve cancellare quanto di buono visto in questo fine settimana ferrarista. “Quando arrivano giornate come questa bisogna subito voltare pagina, dimenticando le cose negative e tenendoci strette quelle positive. Vuoi per le caratteristiche del circuito vuoi perché il tanto lavoro che stiamo facendo sta cominciando a dare i frutti attesi, così come a Monaco anche a Montreal siamo stati competitivi per la vittoria. Dobbiamo continuare su questa strada perché prima o poi i risultati arriveranno. Adesso è inutile guardare la classifica dei due campionati, in questo momento non ha senso. Dobbiamo fare come quelle squadre di calcio che si ritrovano in ritardo e cominciano a giocare ogni partita all’attacco pensando solamente a vincere. Poi, se gli altri sbaglieranno e la situazione cambierà, allora vedremo dove saremo.”
Credit: Ferrari S.p.A. (www.ferrari.com)
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